Stile: Strong Ale
Nazionalità: Belgio
Gradazione Alcolica: 8.5 %
IBU: 30
Colore: Chiaro
Fermentazione: Alta
Formato: 75 Cl.
Il luppolo è il vero leit-motiv di questa straordinaria birra, partorita dal genio brassicolo di Pierre Gobron. Lo si desume dal nome della birra, dall’abbondante uso che se ne fa nel corso della produzione e negli infiniti giochi di parole che sono legati alla sua immagine in parallelo con quella del lupo. Una delle interpretazioni di questa analogia morfologica va ben oltre la semantica e accomuna emblematicamente luppolo e lupo, che vivono liberi nelle loro terre d’elezione senza bisogno dell’uomo. Vi è poi una seconda spiegazione che scomoda addirittura Plinio, insigne naturalista comasco del I secolo dopo Cristo.
Già fin d’allora si era scoperto che il luppolo era pericoloso per le altre piante, proprio come il lupo per gli altri animali. Plinio ci racconta che il luppolo era chiamato lupo dei salici perché faceva seccare progressivamente queste piante. Arrampicandosi ed attorcigliandosi ad esse ne prosciugava la linfa. Lupo e luppolo sono inscindibili nella produzione di questa birra di Bovigny. In effetti sono ben tre i luppoli coinvolti nella produzione della Lupulus e sono usati in caldaia per il rilascio a lungo termine delle sostanze amaricanti e per un breve periodo a fine cottura per i luppoli ricchi di resine e oli essenziali che rilasciano le sostanze aromatizzanti. Come se questo non bastasse ulteriore luppolo viene aggiunto in fase di maturazione con il sistema del dry hopping, la luppolatura a secco. Durante il periodo della maturazione vengono aggiunti infatti interi sacchi di fiori di luppolo per dare un effetto sorprendente a livello di aromaticità.Per queste sue caratteristiche di secchezza non ci sentiamo di condividere la definizione tipologica che viene data dal sito della birreria Les 3 Fourquets alla Lupulus, classificata come Tripel.
Le Tripel sono in genere più maltate mentre nel caso della Lupulus sono i luppoli a prevalere. Ecco perché la riteniamo una Belgian Strong Golden Ale, che ha come capostipite la Duvel. La schiuma è ricca per la sua finezza, la sua persistenza, la sua densità e la sua aderenza. In più la sua cremosità ricorda le birre spillate al carboazoto. Il colore è oro pallido leggermente velato. Al naso si nota subito che, rispetto alla Chouffe, la Lupulus esibisce una speziatura più accentuata.
Spiccano i sentori di coriandolo e di buccia d’arancia seccata di Curação, che conferiscono alla birra una notevole freschezza così come i sentori di timo e di ginepro donano alla birra leggere note balsamiche e pungenti.A livello olfattivo il luppolo è percettibile ma è in retroguardia. Al palato dominano gli aromatici sentori del luppolo, che in bocca sembrano scomparire in virtù di un’abbondante carbonatazione che dona freschezza e acidità alla Lupulus.
Una volta però dissoltasi l’anidride carbonica ecco che l’amaro del luppolo diventa profondo e ti afferra alla gola…come se fosse un lupo. Inoltre, dissoltasi la frizzantezza si riescono ad apprezzare sia la rotondità del corpo, mai invasivo nonostante gli 8,5 gradi alcolici in volume, e di conseguenza la sua ottima bevibilità. Queste caratteristiche organolettiche fanno sì che la Lupulus abbia sempre le caratteristiche di una birra giovane anche se viene fatta invecchiare. La sua persistenza retrolfattiva è mediamente incisiva e in ogni caso è orientata in direzione del luppolo.